domenica 9 gennaio 2011

Alberto della Valle (1851-1928)

Iniziando l’anno del centenario di Emilio Salgari, da amanti dell'avventura disegnata non potevamo evitare di segnalare il suo illustratore principe, morto suicida come lui... “l’occhio della tigre”, come l’ha definito la solita Paola Pallottino nel titolo di un libro nel 1994.

Oltre allo stile dalle chiare influenze liberty (art nouveau per i francesi, modernista per i puristi), com'è evidente dalla copertina del 1990 qui a fianco, il suo lavoro è celebre per le pose fotografiche a cui sottoponeva amici e parenti per poi rielaborare il tutto nella sua arte da “regista-attore consumato” di veri tableaux vivants che, scrive Pallottino, “intuisce, amplificandola, la costante salgariana di un esotismo casalingo”. Presentando un convegno nel luglio 2009 con tanto di confronto tra foto iniziale e illustrazione finale, è stato ben descritto il procedimento, che “partendo da fotografie scattate in interni borghesi tra pizzi e macramé, ci conduce a scenari esotici tra tigri e archibugi, facendoci vedere come una scopa possa diventare un timone e un asciugamano un turbante malese”. Se ne vede un bell’esempio anche nel blog apposito del fumettista Paolo Bacilieri, che ha illustrato una biografia salgariana ormai prossima alla pubblicazione.

Del Nostro ha parlato anche La stampa nel mese scorso, un portale del bibliofilo e naturalmente le “gallerie dell’avventura” curate dall’evocativa Perla di Labuan e lo spazio della cosiddetta Letteratura Dimenticata.

Oltre al volume Sellerio citato in apertura (ristampato nel 2003), il riferimento d’obbligo è l’articolo di Santo Alligo dedicato al "proiettore di Salgari" sulla scomparsa rivista Wuz, riedito e ampliato nel terzo volume della sua splendida serie Pittori di carta (che forse già quest’anno avrà un quarto volume, con Sergio Tofano e Attilio Micheluzzi tra gli altri) per Little Nemo Editore.

Il sapiente utilizzo della fotografia, ben prima degli artifizi e gli artefatti di PhotoShop, ha aiutato l’illustrazione: naturalmente, tutto sta a saperla usare.

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